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Cosa s’intende per Portfolio fotografico

? Ne ho già scritto molto e riporto qui il testo di un mio articolo di qualche tempo fa.

Il Portfolio fotografico si può considerare un racconto, una narrazione. Sinteticamente un complesso d’immagini finalizzate ad esprimere un’idea. Può descrivere una situazione, un’esperienza come pure un’emozione. Per farlo in modo efficace e chiaro è necessario seguire alcune regole che aiutano a dare forza e far comprendere il messaggio ossia il perché, la finalità.

Il Portfolio non deve essere solo una sequenza di fotografie ben realizzate ma deve essere in grado di far emergere, in maniera strutturata, il significato. Per strutturato intendo basato su uno schema, tre fotografie come scheletro per l’intero progetto: un inizio, un centro ed una conclusione. Tre fotografie intese come i pilastri di un ponte il cui percorso deve poi essere ampliato con altre fotografie al fine di arricchire la storia con elementi e dettagli (mai ripetitivi ma singolarmente in grado di aggiungere sfumature o sottolineature. Pena la ridondanza e o la monotonia). La sequenza è bene che sia semplice, ma non didascalica, cercando l’efficacia anche nell’originalità ma restando sempre comprensibile e chiara per permettere la giusta interpretazione anche da parte dell’osservatore.

Prima di iniziare la parte pratica che consiste nel prendere la macchina fotografica (di qualsiasi tipo essa sia… non diamoci limitazioni in questo senso) e iniziare a scattare è fondamentale avere un’idea. Un’idea attraverso la quale è necessario porsi tre domande a cui dare una risposta concreta: cosa voglio raccontare? Come voglio raccontare? Perché voglio raccontare?

Solo avendo un’idea chiara si faranno fotografie mirate allo scopo ed inoltre sarà più semplice ottenere un Portfolio organizzato coerentemente ed aderente all’intento pre-fissato, fissato prima. Premettendo che i generi possono essere vari – e classificati a grandi linee come documentario, narrativo tematico, artistico, creativo e concettuale – sono imprescindibili:

il cosa voglio raccontare ossia la tematica, il soggetto. Non è mai facile scegliere per essere interessanti e destare attenzione in chi osserverà e “leggerà” il lavoro finale;

il come in altre parole lo stile fotografico e la poetica (che dovranno essere mantenuti con coerenza in tutte le fotografie che compongono il Portfolio, ad esclusione di una ragione ben precisa, la sola che permette una possibile deviazione). Anche questo è un elemento importante nella costruzione del racconto e nella scelta delle immagini poiché anche il come avrà la capacità o meno di suscitare interesse da parte dell’osservatore. Certamente la forma dovrà avere attinenza con il soggetto e con l’argomento trattato. Da tenere bene a mente che anche se quest’ultimo è semplice, oppure già ampiamente trattato in fotografia, la scelta del come può fare la differenza nel renderlo nuovo sia dal punto di vista formale che di contenuto;

ultimo, ma non ultimo, il perché. Un avverbio che indica quale è il significato, per quale ragione, per quale scopo è stato realizzato il Portfolio.

La realizzazione di un racconto fotografico è motivo di crescita per il fotografo che via via sarà in grado di ottenere lavori sempre più accattivanti.

Riassumendo, per Portfolio s’intende: un complesso coerente d’immagini, una forma espressiva caratterizzata da molteplici esigenze tra cui la relazione tra la qualità delle singole immagini e l’accostamento sequenziale delle stesse – secondo una logica d’insieme – che proprio in virtù della forza della molteplicità e dell’interdipendenza deve saper esprimere qualcosa di più rispetto ad ogni singola fotografia che lo compone e rispetto alla fotografia singola che invece rappresenta un’altra modalità espressiva, un differente modo di concepire la fotografia.

A partire da questa definizione molte altre sono le considerazioni che si possono fare e che farò nel prossimo futuro riguardo alla genesi e la costruzione del Portfolio (editing e scelte stilistiche). Rilevanti saranno anche le valutazioni a proposito della scelta del titolo, la stesura della sinossi e le eventuali didascalie.

Qui di seguito due esempi tra i molti possibili (ringrazio gli autori Alma Schianchi e Giorgio Paparella) ma ne parlerò ancora e con il nuovo anno ne potremmo parlare insieme attraverso confronti che organizzerò sia in presenza che on-line.